la spoja lorda
Ingredienti per 4 persone
… per la sfoglia
300 grammi di farina 0
3 uova
… per il ripieno
200 grammi di ricotta di latte intero
150 grammi di Parmigiano grattugiato
1 uovo di medie dimensioni
sale marino integrale
noce moscata
ventualmente un po’ di latte
Preparazione
Preparare la sfoglia impastando uova e farina, farla riposare avvolta nella pellicola per almeno 30 minuti, poi stenderla con il matterello sul tagliere fino ad uno spessore di 1 o 2 millimetri. Amalgamare gli ingredienti del “compenso” (se non risultasse abbastanza cremoso e spalmabile, aggiungere un po’ di latte) e ricoprire metà della sfoglia. Ripiegare sopra l’altra metà ottenendo così una mezzaluna. Far aderire bene i bordi e tagliare con l’apposita rotellina tagliapasta in quadratini di circa 2 centimetri di lato.
Note storiche
Si dice che la Spoja Lorda sia nata sulle prime colline del faentino, nei pressi di Brisighella ma di questo non ci sono conferme inconfutabili. Una cosa che invece è certa è che sia una minestra romagnola doc! In passato era preparata soprattutto per recuperare la pasta (sempre tanta rispetto al ripieno) che rimaneva dopo la preparazione dei cappelletti di magro. Ecco allora che si allungava con il latte quel poco di ripieno che c’era e si spalmava, quasi a sporcarla, sulla tanta sfoglia oramai tirata a matterello. E’ proprio da qui che arriva questo curioso nome, “spoglia lorda”, cioè pasta all’uovo fresca “lordata” dal ripieno. E, dal momento che mille, in Romagna, sono le versioni del compenso dei cappelletti, mille sono di conseguenza quelli della spoja lorda: per certo serve del formaggio fresco tipo ricotta, raviggiolo o squacquarone, poi formaggio stagionato grattugiato, uova e noce moscata, il tutto allungato con latte fino a renderlo una crema. C’è chi la chiama anche minestra imbottita (mnëstra imbutìda) o minestra piena (mnèstra pìna). Data la particolarità (e la bontà) la Spoja Lorda, piano piano, negli anni ha perso la connotazione negativa tipica dei piatti di recupero ed è diventata un vero primo piatto, degno anche del pranzo della domenica.